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Qualche anno fa qualcuno ha cominciato a dire che gli italiani erano delle bestie antifilosofiche e che non si vergognavano di lasciare in abbandono i grandi problemi e i grandi pensatori.
Son bastate due o tre riviste e due o tre voci e lo scimmiesco polimorfismo dei nostri dilettanti ne ha fatta una delle sue. I libri filosofici hanno coperte le vetrine dei librai come i funghi le praterie dopo la pioggia — i filosofi stranieri grandi e piccoli sono stati tradotti in ottimo o pessimo italiano ed è venuta su una rivista per propare l'idealismo, un'altra per difendere l'hegelianismo; una terza per sostenere il pragmatismo, una quarta per conciliare il pragmatismo coll'hegelianismo e via di seguito. A Roma esiste un Circolo di filosofia che ha per colonne maestre il prof. Barzellotti e Arnaldo Cervesato — a Firenze c'è una Biblioteca Filosofica che dalla teosofia si va movendo verso la filosofia universitaria — nell'Alta Italia, a Bologna o non so dove, s'è formata un'Associazione filosofica italiana, composta di professori e presieduta da un geometra illustre, la quale tiene dei congressi annuali, parallelamente alla Società per il Progresso delle scienze e perfino l'Università Popolare Milanese ha consacrato, quest'anno, più di metà delle sue conferenze ad argomenti filosofici e religiosi.
Gli editori, naturalmente, hanno dovuto seguir la corrente: Laterza di Bari pubblica la collana dei Classici della Filosofia moderna; Sandron di Palermo una collezione di monografie sui filosofi di primo e secondo ordine; Bocca rimpinza di opere filosofiche la piccola e la grande delle sue biblioteche di scienze moderne e perfino la Società Editrice Sonzogno, la fornitrice della letteratura a buon mercato, prepara una raccolta di biografie di grandi pensatori!
Siam giunti a tal punto che il buffone laureato dell'intellettualità italiana, Gabriele D'Annunzio, ha pronunciato, recentemente, queste parole: «Non è necessario vivere e neppur navigare: è necessario filosofare!»
Se dopo un tale volgarizzamento del pensiero, c'è ancora fra noi chi seguita ad amare in silenzio la filosofia, bisogna riconoscere e lodare la robustezza del suo stomaco.
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